I due amici Ilja Ilf (1897-1937) ed Evgenij Petrov (1903-1942) nacquero a Odessa, la capitale dell’umorismo dell’Impero russo. Intorno a questa città affacciata sul Mar Nero esistono più miti e leggende metropolitane che storie vere. Storie incredibili, come le cronache della città immaginaria di Kolokolamsk e le altre straordinarie vicende al centro di questa raccolta di racconti che Spider&Fish presenta per la prima volta al lettore italiano. Ilf e Petrov ci narrano di grottesche località di provincia popolate di burocrati imbroglioni, ladruncoli dalla vivace inventiva, campioni nel vivere di espedienti, e affrontano questo universo sovietico prendendo di mira il sistema comunista della fine degli anni Venti, con ironia parodistica, arguzia sovversiva e spietata comicità.
Ilf e Petrov si incontrarono nel 1925 a Mosca, il primo aveva ventotto anni, il secondo ventidue. Lavoravano nella redazione della rivista «Gudók», dove revisionavano articoli e scrivevano feuilleton. Ilf, di origine ebraica, era figlio di un impiegato di banca di Odessa. Si diplomò in una scuola tecnica e lavorò prima in una centrale telefonica, poi in una fabbrica di bombe a mano, ma sempre scrivendo poesie, e dopo essersi guadagnato una stima considerevole tra i poeti di Odessa, nel 1923 si trasferì a Mosca. Il suo futuro collega Petrov, che proveniva da una famiglia di più alto profilo, lavorò dapprima presso la società telegrafica, in seguito fu agente nel Dipartimento investigativo criminale di Odessa. Quando i due concittadini si incontrarono a Mosca divennero inseparabili e per tutta la loro breve vita non fecero altro che scrivere racconti e romanzi divertenti, usando spesso pseudonimi come Tolstoevsky o Don Busilio (Don Basilio, personaggio dell’opera Il Barbiere di Siviglia) riuscendo incredibilmente ad aggirare sempre la censura. Molti loro libri sono diventati classici di culto, ma a raggiungere la fama internazionale fu soprattutto il romanzo Le dodici sedie, da cui furono tratti più di venti film. Nel biennio ’35-’36 Ilf e Petrov si recarono negli Stati Uniti e con una coppia americana attraversarono il Paese in auto, documentarono il tutto e pubblicarono un libro di viaggio, Odnoetazhnaja Amerika (America a un piano). Avevano molte idee e progetti, ma Ilf nel 1937 morì di tubercolosi. Due anni dopo a Petrov nacque un figlio che chiamò Ilja in onore dell’amico scomparso. Dopo la morte di Ilf, Petrov si dedicò al cinema e nel 1940 divenne direttore della rivista cult «Ogonjok». A seguito dell’invasione nazista scrisse reportage dal campo di battaglia. Mentre era in viaggio, di ritorno dalla Sebastopoli occupata, morì in un incidente aereo. Aveva in quel momento la stessa età di Ilf: trentanove anni.